No, non è questa la sfida dei falò che piace a noi. A noi piace la gara, ma nei limiti delle regole e soprattutto, in questo contesto, delle pari opportunità di partenza. Sì, è vero, San Nicolò brucia il suo falò in un sito ben protetto – a differenza del nostro – dagli infidi venti di tramontana. Ma questo non può occultare le crescenti difficoltà degli ultimi anni sopportate dai nostri avversari, costretti sempre più frequentemente a confrontarsi, prima che con il nostro rione, con il greto di un fiume sempre più ingrato nei loro confronti. Un greto spazzato via sempre più frequentemente dalle rovinose piene degli ultimi anni, privo di accessi comodi per i mezzi che trasportano le fascine, che richiede, oltre al lavoro nel bosco, un supplemento di lavoro e di costi per i supporter di San Nicolò.
Quella che vedete è una foto scattata pochi minuti fa. Lo spiazzo che a costo di un faticoso lavoro da qualche anno i fuochisti del Vaticano devono conquistarsi palmo a palmo tra le correnti della Magra, è già completamente invaso dall'acqua. Non sappiamo come volgerà il tempo nelle prossime ore, cosa decideranno i fuochisti (ci auguriamo che ogni decisione metta al primo posto la loro incolumità), ma senz'altro il falò 2014 è compromesso, e con esso è vanificato il lavoro gratuito di chi da mesi lo preparava. Ce ne dispiace sinceramente: le bizze del meteo fanno parte delle variabili della sfida, lo sappiamo bene e lo abbiamo sperimentato noi stessi due anni fa. No, così è davvero troppo.
Agli avversari di San Nicolò la nostra solidarietà e il nostro auspicio di proseguire la nostra secolare sfida senza che essa sia inficiata da eventi calamitosi.
Nessun commento :
Posta un commento