lunedì 1 febbraio 2010

Cronache di un trionfo

No, non è la solita retorica dell'uomo di parte. Non è il "peana" (per usare un termine caro ai cantori delle mediocri gesta di San Nicolò) di chi ha contribuito alla riuscita del falò. E' semplicemente la realtà dei fatti: il Falò di San Geminiano di ieri sera è stato un autentico trionfo, un successo che certamente si inserisce nel solco delle ultime vittorie nonostante la buona riuscita non fosse per nulla scontata: la pioggia venerdì pomeriggio, le previsioni meteo da incubo, il vento e i fiocchi di neve di domenica mattina avevano messo più di una preoccupazione ai Zumian. Che per esorcizzare tutte le negatività che potevano abbattersi sul loro operato, hanno fatto l'unica cosa che potevano fare: lavorare sodo alla costruzione della catasta. Con la serenità (parola magica di quest'anno) di chi non ha nulla da rimproverarsi. Un atteggiamento che è stato premiato, alla fine: il vento di tramontana si è progressivamente spento fino a soffiare, all'ora dell'accensione, in modo non preoccupante, infondendo la certezza che la pira avrebbe bruciato senza subire più di tanto gli sberleffi della tramontana.

Massimo e Fabio - veri artefici del capolavoro - sul punto più alto della pira, coadiuvati da tre generosissimi capiscala come Maurizio, Cleo e Fici che coordinavano il passaggio "terra-cielo" dei bochi, alla fine hanno chiuso la pira ben più in su dei 13,30 metri del palo di sostegno: gli oltre 14 metri di falò, la loro perfezione estetica - altro che le supposte messe in piedi da San Nicolò! - hanno rapito il numero pubblico ancora prima che il Campanone suonasse l'ora dell'accensione. A queste persone va dunque un ringraziamento speciale che si unisce ai tanti meriti che si sono guadagnati le "cordate" di fuochisti alternatesi per due giorni sulle scale e a terra attorno al falò.

All'ora convenuta, dunque, 40 torce tenute in mano con orgoglio da altrettante "giubbe rosse" (vi sono piaciute le nostre felpe "Zumian"?) hanno cinto d'assedio il falò e al segnale consueto hanno aggredito il i bochi con sincrona perfezione, una perfezione copia autentica di quella già vista nel 2009. Potremmo fermarci qui e rimandarvi al filmino di quell'anno, tante sono state le somiglianze con quella magnifica accensione. Solo un alito di vento di troppo ha ritardato di qualche frazione di secondo l'arrivo della fiamma in vetta. Dopodichè, quando si era già capito che anche per quest'anno non c'era storia e il Vaticano aveva nuovamente perso la sfida (e anche qualcos'altro, ma ne riparliamo in fondo), assieme alle fiamme è salita al cielo la consapevolezza di avere fatto qualcosa di grande. Le migliaia di persone accorse si sono scaldate con una fiamma chiara e pulita, sinonimo di ottimo materiale di combustione e di nessun ricorso alla chimica. Sebbene il solito alito di vento (ma non lamentiamoci, ripeto: la mattinata lasciava presagire ben altre correnti!) non permettesse al fuoco di lanciarsi in altezza, tutta la potenza e l'energia del fuoco erano ben visibili da tutti: ben altro rispetto alle fiamme lente e prive di energia che abbiamo visto dal ponte Pompeo Spagnoli due settimane fa.

Qualcuno ha osservato un intreccio di bochi all'altezza dell'incrocio dei pali che si è consumato qualche minuto dopo i bochi sottostanti. Ad essere comprensivi (visto il risultato schiacciante) non lo si può negare, ma davvero risulta difficile attribuire un peso consistente a quella che può essere solo una piccola sbavatura cancellata dalle fiamme in pochi minuti.

E allora via alle danze - rimarrà negli annali il ballo in solitaria di Danilo a sberleffo degli avversari - e a raccogliere il meritato applauso di un pubblico appassionato e generoso nonostante il freddo che da qualche anno risparmiava la notte di San Geminiano. E poi, rotti i cordoni di sicurezza da una folla desiderosa di non fare finire troppo presto uno spettacolo che rapisce cuore e occhi, tutti intorno alle fiamme per una foto, un complimento o una pacca ai fuochisti, per incantarsi sulla cascata di faville.

E peccato per chi non c'era, impedito dal maltempo che ha imperversato nel Nord Italia durante tutto il week end. Pensiamo soprattutto agli amici di Rocca San Casciano: beh, vi siete persi un gran falò, motivo in più per fare più bello ancora il vostro quando verremo a trovarvi il 10 aprile.

Sì, ha vinto San Geminiano, la passione dei suoi fuochisti e dei volontari di supporto (Stefano, Leldo, Massimo e Simone ai trattori; Francesca, Alessio, Marco e Sergio in cucina; i fratelloni Claudio, Marco e Giovanni per i pali: GRAZIE A TUTTI). Ha vinto la voglia di creare qualcosa di grande che permette di trasformare anche i limiti che ci sono e sempre ci saranno in un vantaggio alla fine fondamentale.

Ha vinto soprattutto, lo diciamo dopo avere inanellato una serie oramai consolidata di falò meravigliosi (e non solo perchè c'era bel tempo!) la voglia di migliorare, di osare, di innovare tecniche consolidate innestandovi piccoli segreti (di importazione romagnola). Con umiltà e pazienza il gruppo dei Zumian è saputo crescere e superare di slancio un avversario che ancora a metà anni '90 godeva di una rendita proveniente dal passato e che gli consentiva di ergersi a "professori dei falò", di cullarsi sugli allori, di chiudersi nella dimensione rionale, di non curare troppo certi particolari tanto "quei ragazzi non sono capaci". Ecco, ora - troppo tardi, miei cari - a San Nicolò sentono la terra che gli scappa da sotto i piedi e consapevoli del ritardo con il quale hanno aperto gli occhi cercano istericamente di chiudere la stalla quando i buoi sono scappati.

Ma non bastano volantinaggi contenenti rivendicazioni farneticanti a metà strada tra un prolisso comunicato dei grupposcoli extraparlamentari e un monologo alla Nino Frassica per spaventare i Zumian: abbiamo vinto, siamo attualmente i più forti e la tranquillità che questo fatto ci dona è la nostra forza. Non abbiamo paura dunque. Anzi, sapremo rispondere alla pari e a testa alta alle nuove sfide che il Vaticano ci ha lanciato. Senza timori.

E ora, che festa sia!
SAN GEMINIANO HA VINTO
VIVA SAN GEMINIANO
LO' LO' LO'

2 commenti :

  1. Bene bene. Anche quest'anno è andato tutto bene.
    Dopo la gioia della sera del 31 di solito il primo giorno di febbraio è caratterizzato da quei dolori che, tutti sentono lungo la schiena, alle braccia, nelle gambe e un po' in tutto il corpo (anche testa e stomaco), a ricordare che gli anni passano anche per i fuochisti...

    Solo ognuno di noi sa in cuor suo quali sono i motivi più o meno reconditi che ogni anno lo spingono a 'scendere giù nel fiume' e a partecipare alla realizzazione del Falò, così come solo ciascuno di noi sa quanto tempo, quanta disponibilità, quanti mezzi, quante attrezzature, quanta capacità, quanta voglia può metterci ogni anno e quali incombenze, quali attitudini e quali responsabilità può avere...

    Ma anche se diversa è la misura con cui ognuno partecipa sia ben chiaro a tutti che ''TUTTI SONO INDISPENSABILI'' come dice sempre Michele (in arte Lucio), che è uno che al Falò ci tiene e lo dimostra ogni anno sempre di più sul campo di battaglia(volevo dire di lavoro)... e non solo!!!

    Complimenti quindi a TUTTI, e da tutti noi di rimando il Grazie si leva al capitano HUBERT, che rappresenta il primo esempio da seguire, per lavoro, impegno e dedizione... e passione.

    A presto.
    (ci sono 200-300 fascine di quercia lassù che ci aspettano!!!)

    Massimo G.

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  2. A leggere i commenti mi sembra che probabilmente voi eravate in sala cinema a Los Angeles , ma mi fa comunque piacere che il Falo' di San Geminiano continui a farvi sognare come nelle favole di Andersen .
    Peccato che allora non si parlasse amcora del fenomeno made in china .
    San Geminiano grazie di esistere , finche' ci sarete sara' un piacere continuare a battervi inesorabilmente.

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