venerdì 8 febbraio 2013

Il Corriere Apuano

E dulcis in fundo, secondo tradizione, l'immancabile pezzo sul falo' di Luciano Bertocchi, sul Corriere Apuano di questa settimana.

In un mare di folla estasiata ed entusiasta
Il falò di San Geminiano ha toccato vertici forse mai raggiunti
Strana notte questa di San Geminiano, quasi perfetta. Non un alito di vento, ma una quiete irreale che niente riesce a disturbare e fa quasi piacere sgusciare tra la gente per raggiungere il posto preferito. Tutto sembra fin troppo facile.
Prima, fermi l'occhio sullo striscione che inneggia a Fernando Furia e, con un pizzico di nostalgia, speri che lo spettacolo sia degno di tanto. Ma già la gente è spettacolo. Fossimo a teatro, diresti che non c'è più posto, neppure in piccionaia. La pira è lì, al centro di tutto, imponente come non mai, forse troppo, e il cappuccio arruffato quasi infastidisce, per come spicca scomposto nella penombra.
Improvviso il silenzio e dall'arco del ponte si stacca la lunga fila dei fuochisti che avvolgono la grande catasta, per aggredirla al richiamo convenuto con inusitata violenza.
Le fiamme quasi faticano a crescere, poi, esplode l'immane, l'incredibile, l'inatteso, il voluto, il preteso, l'agognato, l'ambito, il desiderato, il goduto, l'amato, il sofferto.
E, tutto, d'improvviso, si ferma e la mente più non ragiona, per contemplare, in un lungo momento senza tempo, quello che sta avvenendo in un'altra dimensione, senza suoni, senza luci, senza riflessi, ma solo sensazioni assaporate sensualmente di fronte all'opera d'arte, che ti esaurisce fino a consumarti nella sua inesausta perfezione.
Non c'è parola per definire l'incommensurabile, non c'è affetto per esaurire la passione, ma solo il desiderio che lo spettacolo si prolunghi all'infinito per tenerti legato alla bellezza, per sfinirti insieme a lei, per scioglierti assieme alle scintille che tingono il cielo, per rovinare, legno fatto cenere, in un braciere ardente pieno solo di delizie.
Quando una mano ti tocca, per caso, fino a scioglierti dall'estasi, ti chiedi come mai sia stato possibile raggiungere certi livelli di assoluto, cos'altro, come ora, possa avvicinarti all'inconcepibile, cosa possa indurti a racchiuderti nell'imponderabile, per lievitare con la fiamma che continua a tagliare il cielo, finalmente senza peso, ma solo farfalla notturna alla ricerca del fuoco, suo sole, nel quale spegnersi senza paura.
La realtà torna ad avvolgerti, fatta di tutta la sua consuetudine, foriera, però, di quella esaltazione che dà la percezione netta dell'assoluto piacere indotto dallo spettacolo, per te tanto intimo e sofferto, per tutti così incredibile. Il reiterarsi dei cori non riesce a distrarre dal continuare a godere della fiamma che si agita, a esaltare una folla entusiasta che ha quasi timore di allontanarsi per non perdere neppure un momento di quanto offerto in modo così eccitante.
Quando gli autori dello spettacolo si offrono all'applauso corale, ti chiedi cosa possano meritare oltre il naturale per quanto fatto. Se avanza un desiderio è che tutto nel tempo possa proseguire, bandendo dai tanti illogici problemi, costruiti sulle presunzioni di pochi, per lasciare a Pontremoli la possibilità di esaltarsi, comunque e qualunque sia l'alveo, di quello che la sua storia gli ha lasciato, memori che vale sempre la pena di soffrire se la sofferenza può dare tanto piacere. (lb)

Nessun commento :

Posta un commento