domenica 13 gennaio 2013

L'antipasto di San Geminiano: il falò di Sant'Ilario

Il falò di San Geminiano ha un antenato che sebbene da molti dimenticato ha un rilievo di primo piano nella storia del falò del 31 gennaio. Si tratta del falò di Sant'Ilario, che brucerà domani sera, nel vespro della festività del santo francese. A sant'Ilario di Poitier è infatti dedicato il piccolo oratorio sorto all'inizo del XX secolo poco sotto il Castello del Piagnaro, laddove la via del Piagnaro si biforca in due strade, quella dei Chiosi e quella per il passo del Brattello e Parma (in cui Sant'Ilario è il patrono cittadino).
In pochi conoscono le origini del piccolo fuoco che con una discreta costanza gli abitanti di Chiosi e Piagnaro continuano ad accendere ammucchiando sermenti e potature di olivo al termine dell'ultima messa che si celebra nell'oratorio. Non si tratta del desiderio di "scimmiottare" il fratello maggiore che 18 giorni dopo si incendia sotto la Cresa: in realtà - ma pochi lo sanno - il falò di San Geminiano, fino ai primi anni '20 del secolo scorso si celebrava proprio qui, davanti all'oratorio di Sant'Ilario. Era qui che i contradaioli ammucchiavano i preziosi sterpi e sfalci di campagna, sottratti a stufe e gradili per onorare la secolare tradizione del falò. Era qui che alla fine delle feste religiose i pontremolesi - allora tutti residenti nel borgo - venivano ad assistere al falò di San Geminiano.
Cosa determinò lo spostamento del falò nel fiume? La costruzione di una linea elettrica nei pressi del piazzale e il rischio concreto che i fili di rame potessero essere distrutti dal calore delle vampe del fuoco. Fu in quegli anni che le autorità e i contradaioli di San Geminiano decisero di spostare l'evento in riva al Verde, tra i tanti orti nel fiume e l'antico Ponte della Cresa. E' in ricordo di quell'usanza che nei decenni successivi e sino ad oggi, quasi un secolo dopo, c'è chi non rinuncia, in occasione dell'unica apertura annuale dell'Oratorio di Sant'Ilario, di fare risplendere la luce delle fiamme come per secoli è accaduto in quel luogo.
Domani sera (i santi non vengono mai celebrati di domenica, na il giorno successivo, a meno che non  siano patroni) il Falò di Sant'Ilario (costruito anche col contributo fattivo di alcuni dei generosi fuochisti di San Geminiano) brucerà al termine del vespro, alle 17.

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