Ci è capitato alcune settimana fa, di avventurarci nella zona di Arzelato, alla ricerca di... funghi. Sì, più o meno nel crinale nei pressi di Casa Italiani, dove si intravedono i primi ripetitori e da dove si domina a sinistra i boschi di Careola e a destra i contrafforti del Burrello che scendono verso Torrano.
Dicevamo, eravamo a cercare funghi e pure siamo quasi arrivati nel punto dove si trovava la "bolata", come ci hanno confermato amici che transitano spesso da quelle parti. Purtroppo qualche fungaro era passato lì pochissimo tempo prima di noi e si è portato via i porcini, portati ad essicare nel cortile di una villa in campagna...
E vabè, pazienza, poi i funghi siamo andati a trovarli in altri boschi, non era di questo che volevamo parlare... volevamo dire, che mentre dalle parti di Arzelato cercavamo funghi, ecco profilarsi davanti ai nostri occhi, in un pascolo poco sotto strada, questo scenario: un bel covone, con tanto di paglia ai suoi piedi, del tutto simile ai covoni del fieno che i contadini facevano quando ancora non si pressava il fieno in balle, ma che assomigliava tanto anche al nostro bel falò. Chi l'avrà fatto? Con quali scopi? Esigenze di pulizia del terreno? O un falò di carnevale in grande stile già pronto per il martedì grasso? Chissà... certo è che da come questa immagine ci ha scaldato il cuore viene proprio da dire che dove c'è falò c'è casa.
Post Scriptum.
Volevamo dire qualcosa di più su quei funghi e sulla frittata in cui sono stati cucinati, ma alla fine ci rinunciamo perchè i funghi sono abbondanti ma il senso dell'ironia è merce rara.
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