sabato 7 gennaio 2012

Le regole del perfetto fuochista



Se il falò di San Geminiano è tutti gli anni così spettacolare, non è per caso. E' perchè i fuochisti che lo "fabbricano" sono persone fuori dal comune. Sorvolando sul cosa significhi essere fuori dal comune nella sfera di ognuno degli Zumian (che è meglio...), sappiamo bene quali sono gli elementi che rendono un fuochista qualsiasi (tipo un fuochista di San Nicolò, per fare un esempio) in un fuochista eccezionale, capace di contribuire al più bell'evento dell'anno.

Dunque, il perfetto fuochista Zumian:
1) non si presenta mai al raduno con il broncio o di cattivo umore; al limite sa che andar per bochi è un toccasana per farsi tornare il buon umore e scacciare i cattivi pensieri;
2) la sera prima dell'uscita per bochi, consuma una cena leggera (brodino, bollito, insalata, mezzo bicchiere di vino, caffè d'orzo), si dedica ad una buona lettura e va a letto presto per essere nel pieno delle energie la mattina successiva. (è la regola meno rispettata, ma stiamo lavorando per farla rispettare).
3) mette tutto il suo cuore, tutta la sua forza e tutta la sua anima per fare fascine a regola d'arte: tripla legatura, ben stretta, del giusto peso e di ottima manovrabilità. Anche se, come diceva il saggio, non tutte le ciambelle escono col buco.
4) contribuisce al clima di fratellanza partecipando/allestendo la sobria merenda/sbicchierata al termine di ogni uscita.
5) se dotato di motosega, conosce bene in quale buco infilare la miscela e in quale l'olio. Taglia gli ulsi ma per la gioia della catena non disdegna di incidere sassi o grattare la terra.
6) durante il lavoro evita di usare un linguaggio da carrettiere e di affrontare argomenti da caserma. Porta rispetto, ovviamente, per le care congiunte degli altri fuochisti.
7) se non può presentarsi al raduno, lo fa cercando di adottare scuse plausibili e accettabili. Al vertice delle scuse, dal 2006, c'è la seguente, utilizzata per declinare una convocazione al taglio nel mese di aprile: "non posso venire perchè sono allergico ai castagni in fiore".
8) capisce tutto al volo, la seconda volta. La prima volta va a cercare i teloni dove non sono, le corde dove non sono, si presenta con il martello anzichè con il pennato. Perchè se no sarebbe tutto molto più grigio e noioso.
9) da metà dicembre rinuncia a tenere pulita l'automobile perchè sa che la prima missione della sua auto è portare lui e i suoi soci al bosco, dove notoriamente non si va con lo smoking e i mocassini. I più restii a questa regola mantengono senza badare a spese di bollo o assicurazione Pandine 750 con 140 mila chilometri o vecchie campagnole esclusivamente per la causa del falò.
10) alla sua nona partecipazione al falò capisce forse il 50% delle spiegazioni - sempre uguali - del febbrile momento dell'accensione. Per il restante 50% che non sa/non ricorda, gli viene in soccorso la presenza di qualche new entry a cui occorre rispiegare tutto. A proposito: ma si fa il coro? E la torcia? Si infila alla pronuncia della sillaba "no" di Geminiano, o si aspetta ancora?
11) Il 30 e il 31 gennaio prende ferie. Se gliele negano sciopera. In alcuni casi, dei fuochisti hanno provato a fare inserire la festività del patrono di Pontremoli nel rinnovo del contratto nazionale di categoria. In altri casi, alcuni hanno barattato una riduzione del superminimo in cambio di garanzie precise rispetto ai due giorni di fine gennaio. I fuochisti lavoratori autonomi rifiutano nuove commesse per i 7 giorni precedenti il falò e per i 3 successivi. Costi quel che costi.
11) nella capanna del falò sa trovare le bottiglie e i generi di conforto di maggiore qualità per sè e per gli altri fuochisti, lasciando a vagabondi e scrocconi l'aceto e i panforti scaduti che tutti gli anni, generosamente, piovono sotto la Cresa.
12) terminato il falò da libero sfogo a cori, grida e brindisi davanti al bancone di Roberto - che gradisce gioiosamente - per poi liberare la bestia che ha trattenuto in lui per tutti i mesi precedenti nel glorioso Bunker di Piazza Duomo.
13) dal primo febbraio non vuole più sentire parlare di bosco, ulsi, fascine, ginestre, etc. per i successivi tre mesi. Se sente ancora questo richiamo, significa che la sua coscienza gli sta dicendo che per l'ultimo falò non ha fatto il suo dovere e il canto "Lò lò lò..." gli ronza nelle orecchie fino a quando non si ricomincia l'anno successivo.

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