martedì 1 febbraio 2011

Che cosa ci tocca leggere

Rimandando a più tardi per commenti più approfonditi, occorre segnalare che siamo rimasti basiti dall'articolo sul Falò comparso stamane su uno dei due principali quotidiani locali della Lunigiana. Prendiamo le distanze da quanto scritto:

- il titolo allarmisitico sulla gente in fuga per il calore del falò lascia intendere l'evento più come problema di protezione civile che come festa. Il falò è stato posizionato nello stesso identico punto del piazzale degli altri anni... naturale che il calore si propaghi e che la gente si sposti, ma non certo per problemi di incolumità;

- ridicole le misure citate del falò: 12,5 metri di diametro e 22 metri di altezza!!! L'occhio di un bambino è in grado di riconoscere che hanno invertito diametro e altezza. Ah, a proposito: l'altezza precisa era 13,5 metri;

- non è vero che il Vescovo ha suonato una campanella dalla veranda dell'Episcopio e che a seguire Marco Cavellini abbia appicato il fuoco: il Vescovo non suona nessuna campanella, e meno male che l'articolista è di Pontremoli, ma semplicemente le luci accese dell'Episcopio segnano la fine delle funzioni religiose e il "via libera" al falò. Non occorre particolare arguzia per verificare che il falò è stato appiccato da quasi 40 persone, e non da una sola;

- allucinante leggere che vi sono stati attimi di paura e tensione perchè le fiamme lambivano il tetto del centro commerciale. Le fiamme erano sì altissime, ma ben lontane dal tetto del palazzo, che se no avrebbe preso fuoco (o più semplicemente, se vi fossero di questi problemi, le autorità proibirebbero la manifestazione)

Insomma, se si vuole bene al falò e a Pontremoli, bisogna fare attenzione a cosa si scrive e a cosa si da in pasto ai lettori, soprattutto quelli non pontremolesi, meno addentrati ma curiosi della nostra tradizione, i quali da certi articoli deducono che il falò è un pericolo e non una festa.

Unica cosa vera scritta nell'articolo: le fiamme hanno avvolto la pira in un tempo velocissimo, molto più veloce del tempo impiegato all'accensione del Falò di San Nicolò. Questo l'unico sprazzo di verità in un mare di ... lasciamo perdere.

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